La piastra “bianca” è la normale piastra in alluminio satinato naturale che non è sottoposta ad alcun trattamento. Al contrario la piastra “nera” è la piastra del ferro da stiro che, dopo la lavorazione standard, è sottoposta ad un particolare trattamento di anodizzazione del materiale che deposita sul metallo uno strato che rende la superficie del ferro da stiro più dura (resistenze all’abrasione) e antilucido. È importante porre l’accento sul fatto che entrambe sono fabbricate in una particolare lega di alluminio.
Stirando particolari tipi di tessuto sono necessarie alcune precauzioni che possano evitare di danneggiare inavvertitamente il capo; talvolta non è sufficiente impostare la giusta temperatura del ferro da stiro e si rende necessario frapporre tra la piastra del ferro e il tessuto una protezione perché quest’ultimo non subisca dannosi trattamenti meccanici o chimici. La suoletta di teflon è uno degli strumenti utilizzati. In particolare evita che alcuni tipi di tessuto siano “lucidati” a causa del contatto con il metallo caldo della piastra del ferro. Inoltre permette di regolare il termostato del ferro da stiro ad una temperatura più elevata di quella che sarebbe necessaria per stirare alcuni capi (ad esempio perché si desidera un vapore più caldo e secco).
Come sappiamo la piastra anodizzata (nera) presenta due notevoli vantaggi: in confronto alla normale piastra ha una maggiore resistenza ai graffi e impedisce che il tessuto sia “lucidato” durante la stiratura. Tuttavia non ha la medesima efficacia della suoletta in teflon che pertanto presenta una maggiore efficienza nel caso in cui sia fondamentale evitare per lunghi periodi di lavoro l’effetto lucido sui tessuti.
La scelta dipende esclusivamente da preferenze estetiche e secondo le proprie abitudini: dal punto di vista funzionale non esistono differenze sostanziali.
La sovracalotta in PPS serve per aumentare il grado di sicurezza e il comfort nell’uso del ferro da stiro. I modelli dotati di questo utile optional evitano dolorose scottature in caso di contatto accidentale con la calotta di metallo e aumentano il comfort durante il lavoro ostacolando la salita del caldo verso la mano dell’operatore.
Il termostato meccanico che si monta sulla maggior parte dei ferri da stiro presenta un problema che, per particolari esigenze di stiratura, è vincolante. Infatti la sua inerzia termica è piuttosto elevata, tale per cui, impostando una determinata temperatura con la manopola posta sul ferro da stiro, quella minima e massima che realmente si otterranno, si differenzieranno tra loro per alcune decine di gradi ( per esempio se noi impostiamo 160°, con il termostato meccanico avremo temperature che oscilleranno di +/- 15 o venti gradi). Ovviamente in alcuni casi questo potrebbe danneggiare i tessuti o, comunque, ridurre la qualità della stiratura. Con il termostato elettronico lo scarto si riduce sensibilmente (nel nostro caso +/- 1°) e quindi diventa molto più preciso.
Si può utilizzare l’acqua del rubinetto per ottenere otiimi risultati. Purtroppo in molte zone l’acqua è molto dura e deposita all’interno del serbatoio uno strato di sali minerali (il calcare) che con il tempo può ridurre le prestazione dell’apparecchio. Anche per questa ragione è importante sottoporre a regolare manutenzione i generatori di vapore.
È decisamente sconsigliato mettere nel serbatoio prodotti chimici che in alcuni casi possono danneggiare alcuni componenti della caldaia o del ferro da stiro.
Dipende dal tempo che trascorre tra una sessione di lavoro e l’altra: nel caso in cui per molti giorni o settimane si presume di non utilizzare il generatore di vapore è consigliabile svuotarlo, meglio ancora dopo averlo risciacquato con acqua e un po’ di aceto.
Purtroppo in molti casi si trascura questa fondamentale operazione che, non solo mantiene gli apparecchi sempre negli standard progettuali di sicurezza, ma permette di risparmiare tempo e soldi sfruttando le loro prestazioni sempre al massimo.